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Trattamento delle acque meteoriche di prima e seconda pioggia inquinate da metalli pesanti.
Con l’entrata in vigore del D.Lgs. n. 152/2006 (Testo unico ambientale) sono state disciplinate le varie tipologie delle acque reflue e in particolare all’art. 113 ,dedicato alle “ Acque meteoriche di dilavamento” e alle “Acque di prima pioggia “ dove si specifica quanto segue:
- ai fini della prevenzione di rischi idraulici e ambientali, le Regioni, previo parere del Ministero dell’Ambiente, disciplinano le forme di controllo degli scarichi di acq ue meteoriche di dilavamento provenienti da reti fognarie separate, ed i casi in cui è richiesto che le immissioni delle acque meteoriche di dilavamento, effettuate tramite altre condotte separate, siano sottoposte a particolari prescrizioni, ivi compresa l’eventuale autorizzazione;
- le Regioni disciplinano altresì i casi in cui può essere richiesto che le acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne siano convogliate e opportunamente trattate in impianti di depurazione per particolari casi nei quali, in relazione alle attività svolte, vi sia il rischio di dilavamento dalle superfici impermeabili scoperte di sostanze pericolose o di sostanze che creano pregiudizio per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici.
È comunque vietato lo scarico di acque meteoriche nelle acque sotterranee ed inoltre, le acque meteoriche non disciplinate ai sensi del comma 1 (Punto A) non sono soggette a vincoli o prescrizioni.
Le singole Regioni ,in base alla Normativa Nazionale , vengono quindi demandate per la regolamentazione specifica delle acque meteoriche di dilavamento, con particolare riferimento alla “regolamentazione delle forme di controllo degli scarichi di acque meteoriche di dilavamento provenienti da reti fognarie separate”, e la possibilità di sottoporle “a particolari prescrizioni, ivi compresa l’eventuale autorizzazione”.
Alcune Regioni, in particolare Lombardia, Puglia e Veneto, hanno cominciato a regolamentare anche le acque di “seconda pioggia”, quando le stesse provengano da aree dove si svolgono attività con alta probabilità di inquinamento. I volumi di acqua da trattare vengono calcolati caso per caso dall’Autorità Competente ; mentre le acque di prima pioggia vanno ,dopo specifico trattamento nella pubblica fognatura, le acque di seconda pioggia dovrebbe essere sempre destinate a un corpo idrico superficiale, con eventuale trattamento di tipo chimico fisico se provenienti da attività potenzialmente inquinanti.
EMS Water Technology Srl ,oltre alla progettazione e fornitura di impianti standard per il trattamento delle acque di prima pioggia realizzati con elementi prefabbricati monoblocco in calcestruzzo ad alta resistenza , ha messo a punto una linea di “Impianti modulari di trattamento di tipo chimico fisico “ per la depurazione completa delle acque di prima e seconda pioggia contaminata in particolare da metalli pesanti , provenienti da aree industriali di lavorazioni e stoccaggio metalli o da impianti trattamento rifiuti.
Gli impianti di tipo chimico-fisico serie CFPP offerti da EMS Water Technology Srl utilizzano tecnologie chimiche e fisiche in una successione di più fasi per rimuovere gli inquinanti sotto forma di fanghi per acqua depurata avente limiti di accettabilità contenuti nei limiti previsti dalle normative vigenti . Con l’utilizzo di particolari miscele di reagenti ,opportunamente studiate in base ai prodotti inquinanti da trattare, si ottiene la separazione per gravità delle sostanze nocive (prevalentemente metalli in forma di idrossidi e sali insolubili) presenti nelle acque reflue di prima pioggia e seconda pioggia costituiti in prevalenza da metalli in forma di Idrossidi e Sali insolubili.
Gli impianti EMS Water Technology Srl serie CFPP prevedono una serie di stadi di reazione chimica (acidificazione, coagulazione, alcalinizzazione e flocculazione) seguiti da una fase di sedimentazione con “pacchi lamellari” per la separazione della frazione insolubile (fanghi chimici) dall’acqua chiarificata.
L’acqua depurata prima di essere inviata al recapito finale viene ulteriormente filtrata su filtri con letti a sabbia mista con particolari zeoliti mentre i fanghi vengono raccolti e ispessiti in particolari sacchi drenanti prima dello smaltimento finale.
Tutto il processo è comandato in automatico in base al rilevamento dell’evento meteorico e tutte le apparecchiature sono studiate per un funzionamento intermittente in base ai fenomeni piovosi e possono essere completati con un sistema di telecontrollo da remoto via GSM.